Un paesino appeso a una rupe di 600 metri, abitato da sole 800 anime, e come se non bastasse nel più remoto entroterra maceratese: cosa mai potrà offrire al viaggiatore in cerca di nuove emozioni?
Ebbene, Monte San Martino è un indescrivibile quanto inaspettato concentrato di meraviglie artistiche, paesaggistiche e culinarie.
Forse insediamento dei Piceni o colonia romana, durante le invasioni barbariche divenne quartiere dei Franchi, cambiando il nome di Arx Rubetana in Monte San Martino, in onore del vescovo di Tours, che divenne patrono del paese.
A questo santo è dedicata la Chiesa di San Martino, in posizione dominante, sulla sommità del colle.
Questa chiesa è un vero e proprio scrigno: al suo interno sono conservati un polittico di Girolamo di Giovanni da Camerino, un trittico ed un polittico di Vittore Crivelli e un polittico realizzato a quattro mani da Carlo e Vittore Crivelli, l'unico finora noto realizzato dai due fratelli in collaborazione.
Questa chiesa è un vero e proprio scrigno: al suo interno sono conservati un polittico di Girolamo di Giovanni da Camerino, un trittico ed un polittico di Vittore Crivelli e un polittico realizzato a quattro mani da Carlo e Vittore Crivelli, l'unico finora noto realizzato dai due fratelli in collaborazione.
Da vedere anche la Chiesa di Sant'Agostino, che ospita tele del '700 e un affresco di Vincenzo Pagani da Monterubbiano, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie e quella di Santa Maria del Pozzo, anch'esse riccamente decorate. A Monte San Martino c'è anche una pinacoteca civica, frutto della donazione da parte di Monsignor Armindo Ricci di 38 opere risalenti al XVII
secolo, dipinte a olio su tela, su rame e pregiatissimi intagli lignei.
Tutt'intorno, un panorama mozzafiato: dalla vicina Penna San Giovanni a Smerillo, fino a Falerone e ampia parte del Fermano.
E il palato? Non c'è da preoccuparsi: a Monte San Martino, come in altri centri collinari della Comunità Montana dei Monti Azzurri, da alcuni anni si è ripreso a coltivare la Mela Rosa Saporosa dei Monti Sibillini, un prezioso frutto tipico dell'entroterra che rischiava di scomparire; alla Cantina dei Papi, invece, dopo una visita alla mostra permanente, si può optare per una degustazione a base di vino cotto e biscotti secchi.
E se proprio siete degli inappagabili ghiottoni, si può sempre fare una sosta al ristorante nella piazza principale... piatti tipici e scorpacciata garantita.
Provare per credere!
Tutt'intorno, un panorama mozzafiato: dalla vicina Penna San Giovanni a Smerillo, fino a Falerone e ampia parte del Fermano.
E il palato? Non c'è da preoccuparsi: a Monte San Martino, come in altri centri collinari della Comunità Montana dei Monti Azzurri, da alcuni anni si è ripreso a coltivare la Mela Rosa Saporosa dei Monti Sibillini, un prezioso frutto tipico dell'entroterra che rischiava di scomparire; alla Cantina dei Papi, invece, dopo una visita alla mostra permanente, si può optare per una degustazione a base di vino cotto e biscotti secchi.
E se proprio siete degli inappagabili ghiottoni, si può sempre fare una sosta al ristorante nella piazza principale... piatti tipici e scorpacciata garantita.
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