venerdì 6 aprile 2012

Un Balcone sulle Marche

Da qualche anno entrata a far parte dell'«esclusivo» club dei Borghi più belli d'Italia, la città di Cingoli val bene un'arrampicata.
Cingoli, Palazzo Comunale e Torre Civica
Si trova infatti sulla sommità del monte Cingulum o Circe, a 630 metri s.l.m.: una vera e propria terrazza panoramica che ha fatto di Cingoli il "Balcone delle Marche" sin dai tempi più remoti. Da qui, lo sguardo del viaggiatore si distende lungo il territorio marchigiano, fino ad arrivare all'Adriatico e al Monte Conero, e se si è particolarmente fortunati si può scorgere persino la costa dalmata.
Le sue origini risalgono alla preistoria: ma se ben poco rimane dell'era antica (da vedere il Museo Archeologico Statale), molto si conserva dell'impianto medievale del Borgo: mura, vicoli e stradine dal fascino ancora intatto. Molti gli edifici religiosi e i palazzi nobiliari, ma non mancano particolarità come il Vicolo delle streghe o la Fontana del Maltempo.
Tra i gioielli di Cingoli, sicuramente da segnalare la Madonna del Rosario e Santi di Lorenzo Lotto, che recentemente ha fatto bella mostra di sé alle Scuderie del Quirinale, in occasione dell'esposizione dedicata all'artista veneto.

giovedì 22 marzo 2012

FRANCAMENTE... sorprendente

Un paesino appeso a una rupe di 600 metri, abitato da sole 800 anime, e come se non bastasse nel più remoto entroterra maceratese: cosa mai potrà offrire al viaggiatore in cerca di nuove emozioni?
Ebbene, Monte San Martino è un indescrivibile quanto inaspettato concentrato di meraviglie artistiche, paesaggistiche e culinarie.
Forse insediamento dei Piceni o colonia romana, durante le invasioni barbariche divenne quartiere dei Franchi, cambiando il nome di Arx Rubetana in Monte San Martino, in onore del vescovo di Tours, che divenne patrono del paese.
A questo santo è dedicata la Chiesa di San Martino, in posizione dominante, sulla sommità del colle.
Questa chiesa è un vero e proprio scrigno: al suo interno sono conservati un polittico di Girolamo di Giovanni da Camerino, un trittico ed un polittico di Vittore Crivelli e un polittico realizzato a quattro mani da Carlo e Vittore Crivelli, l'unico finora noto realizzato dai due fratelli in collaborazione.

lunedì 12 marzo 2012

Sapori di collina

Tra le colline del Maceratese, poco lontano da Belforte del Chienti, c'è un luogo in cui il latte si trasforma in formaggio secondo antiche tradizioni: è il caseificio Di Pietrantonio, una famiglia che da decenni tramanda di padre in figlio i segreti di questa vera e propria arte.
Qui nascono prodotti come il pecorino tipico marchigiano, la ricotta e la mozzarella, ma l'azienda si distingue soprattutto per la produzione di formaggi particolari, come il pecorino al tartufo, al peperoncino o alle vinacce di Vernaccia (ottenuto dalla lavorazione del latte di pecora pastorizzato e da una stagionatura in barrique insieme alle vinacce di Vernaccia di Serrapetrona, in produzione a partire dal prossimo autunno).
Avete già l'acquolina in bocca?
Allora perché non venire ad assaggiare direttamente...

giovedì 23 febbraio 2012

Sui passi di Montaigne

Nella primavera del 1581, dopo aver visitato Roma, Michel de Montaigne giunge in Umbria e quindi nelle Marche.

Qui nota mille diverse colline, rivestite ovunque di ombre, di ogni tipo di frutteti e delle più belle biade che possano esistere, le più belle valli, un numero infinito di torrenti, case e villaggi sparsi qua e là, colline dove non esiste pollice di terra inutile.
La sua conclusione: Credo che nessun dipinto possa rappresentare un paesaggio così ricco.*
Fortunatamente, oggi non troppo è cambiato da quando Montaigne ha scritto.
Allora, ecco l'itinerario che Montaigne ci suggerisce: lungo la valle del fiume Chienti (passando per Muccia e Valcimarra), bisogna fermarsi a Tolentino e Macerata; in seguito, altre soste a Recanati e Loreto.

Se non si è troppo stanchi, si può continuare verso il nord: da Ancona, Senigallia, Fano, a Urbino, Urbania e Borgo Pace, fino al confine con la Toscana. 
E come Montaigne, scoprirete la magia di una regione... 

*Journal du voyage de Michel de Montaigne en Italie par la Suisse et l'Allemagne en 1580 et 1581 (Viaggio in Italia)

lunedì 13 febbraio 2012

Un salame... da spalmare sul pane?!?

Si tratta del ciauscolo, una delle specialità dell'Appennino maceratese - ascolano (a onor del vero prodotta anche in territorio perugino). 
Ciauscolo IGP
Questo salame, IGP a livello europeo dal 2009, ha nella spalmabilità la sua caratteristica peculiare: ciò è possibile grazie all'aggiunta di grasso (in quantità variabili) all'impasto tritato almeno due volte, sempre più finemente. Si aggiungono poi sale e spezie, quali pepe nero e aglio pestato, e, in alcuni rari casi, "vino cotto" (tipologia e quantità di ingredienti dipendono dalle varianti locali). A questo punto l'impasto è insaccato nel budello naturale, che in dialetto si chiama ciaùsculu, da cui il nome del salame.

giovedì 2 febbraio 2012

Brindiamo?

Vernaccia di Serrapetrona DOCG
Non serve un'occasione particolare: ogni momento è buono per brindare con la Vernaccia!
La Vernaccia D.O.C.G. di Serrapetrona proviene da uve del vitigno omonimo, coltivato fin da tempi remoti nel territorio compreso tra il comune di Serrapetrona e parte dei comuni di Belforte del Chienti e San Severino Marche, per una superficie vitata di soli 45 ettari.
La sua qualità è così elevata che la leggenda vuole che, nel Medioevo, un polacco al soldo di truppe mercenarie, attratto dalla Vernaccia prodotta nella zona, esclamasse: “Domine, Domine quare non Borgianasti regiones nostras?” (Signore, Signore, perchè non hai fatto le nostre terre come Borgiano? - Borgiano è una frazione del Comune di Serrapetrona).
La particolarità di questo spumante rosso naturale (in versione dolce o secca) sta nella sua produzione: vengono impiegate per l’85% uve di qualità Vernaccia nera, mentre il restante 15% è rappresentato da uve a bacca rossa (Sangiovese, Montepulciano o Ciliegiolo). Metà dell'uva raccolta è messa ad appassire su dei graticci prima di passare alla fase della spremitura, ed essere unita all'altra metà spremuta fresca. 
Il prodotto così ottenuto viene sottoposto alla fase della spumantizzazione con un processo di fermentazione naturale. 
Dal 30 giugno successivo alla raccolta, la Vernaccia ottenuta è pronta per essere commercializzata (e assaggiata!).
Alla salute!

sabato 28 gennaio 2012

Perle "nascoste"/4: Pievebovigliana - Chiesa di San Giusto a San Maroto

Questa chiesa, originariamente posta all’interno del castello dei signori feudatari di San Maroto, rappresenta un unicum nel panorama dell'architettura medievale marchigiana: è caratterizzata infatti da un'insolita pianta circolare (di derivazione romano-bizantina) con quattro absidi radiali, ma risulta priva di ambulacro anulare, e l'interno è coperto da una cupola. 

Chiesa di San Giusto
Foto originale G. Romiti
L'esterno presenta meravigliosi archetti pensili e le linee sono scandite da paraste, mentre l'illuminazione è garantita da strette monofore e piccoli oculi.

Proprio per la sua particolare struttura a pianta centrale, sono numerose le supposizioni sulla sua origine, prima fra tutte l'arrivo di esperte maestranze orientali, in particolare dalla Siria, per la sua realizzazione.

Alla sua tradizionale lettura come chiesa fondata intorno all’anno Mille, si contrappone l’ipotesi di un padiglione da caccia / osservatorio astronomico, risalente al periodo carolingio e voluto dallo stesso Carlo Magno, ipotesi ancor più suggestiva se si considera che anche la non lontanissima Abbazia di San Claudio (Corridonia) viene interpretata come edificio di origine carolingia (studi recenti hanno riconosciuto in essa addirittura il palazzo imperiale di Aquisgrana!).
 
Nel campanile, che risale, insieme alla vicina sacrestia, ad una seconda fase costruttiva, sono visibili affreschi risalenti alla fine del Trecento; l'interno della chiesa, oltre ad una croce astile del '500, conserva una tavola di Venanzo da Camerino (Madonna del Rosario) ed una Madonna in trono con bambino, della seconda metà del XIII secolo.

martedì 24 gennaio 2012

Perle "nascoste"/3: Visso - Santuario di Macereto


Santuario di Macereto, abside
Situato sull'altopiano omonimo, nella suggestiva cornice dei Monti Sibillini, il Santuario fu eretto tra il 1529 e il 1556 su una preesistente cappella costruita nel 1359.
Secondo la tradizione, la cappella venne edificata nel punto in cui un mulo, che portava il simulacro della Madonna da Ancona al Regno di Napoli, si fermò in ginocchio e non volle più ripartire.

Gli architetti del Santuario, G. Battista da Lugano prima e Filippo Salvi da Bissone poi, ripresero un progetto di Bramante del 1505.

Il Santuario, ricoperto di travertino, presenta una pianta ottagonale; l'interno, a croce greca, è caratterizzato dalla primitiva cappella che fu rivestita in pietra alla fine del '500 (e che ricorda vagamente la Santa Casa di Loreto).
L'abside conserva statue, stucchi ed affreschi ad opera del pittore Simone De Magistris (1580 - 82), che rappresentano la Natività e la Circoncisione (lato sinistro), l'Adorazione dei Magi e la Natività della Madonna (lato destro), la Pentecoste e la Deposizione, quest'ultima venuta alla luce dopo i recenti restauri, che ha visto l'eliminazione della Resurrezione eseguita da un certo Righi nel 1598.

lunedì 23 gennaio 2012

Perle "nascoste"/2: Belforte del Chienti - Polittico di Giovanni Boccati

Giovanni Boccati, Polittico
Il polittico più grande d'Europa, trentacinque tavole che raccontano la devozione di un paese...

Commissionata dal belfortese Taliano di Lippo al tempo di papa Paolo II, l'opera fu eseguita nel 1468 da Giovanni Boccati, pittore della scuola di Camerino, per essere collocata nella chiesa dedicata a Sant'Eustachio, patrono del paese.

Ancora oggi il polittico si trova nella medesima chiesa, tornato nella sua collocazione originale dietro l'altare maggiore, dopo il recente restauro.

Le tavole rappresentano vari santi, tra cui S. Venanzio, patrono della Diocesi di Camerino, e lo stesso S. Eustachio, la cui storia è rappresentata anche nelle tavole della predella. Da notare, la "strana" rappresentazione di S. Sebastiano (vestito e con una freccia in mano) e la straordinaria vivacità degli angeli che suonano e cantano intorno alla Madonna col Bambino.

Perle "nascoste"/1: Pollenza - Abbazia di Rambona

Abbazia di Rambona - Foto G. Tomassini
La meravigliosa abbazia benedettina risale al IX secolo, quando l'imperatrice longobarda Ageltrude fece ricostruire il preesistente monastero, costruito a sua volta sui resti di un luogo di culto (ipogeo) dedicato alla dea Bona, dea di fertilità e salute, da cui il toponimo Rambona (Ara Bonae Deae).
In seguito a recenti indagini archeologiche, sono state individuate le varie fasi di vita dell’edificio:
a) Chiesa del IX secolo;
b) Fase romanica (probabile rifacimento del XII secolo, riguardante soprelevazione del presbiterio e scavo della cripta);
c) XVIII secolo: divisione della chiesa in due tronconi tramite un muro trasversale.